Prime Esperienze
Ilaria
di TheWriter
05.02.2021 |
24.505 |
7
"Per sicurezza rimasi con il dito sul pulsante dello stop in maniera tale da poterlo fermare nel caso in cui mia cugina si fosse affacciata di nuovo nella stanza..."
Cominciò tutto un venerdì pomeriggio in cui, arrivato a casa, dopo una partita di calcio con gli amici, mi accorsi di non aver preso le chiavi. Non sapendo cosa fare provai a chiamare i miei zii per verificare se ne avessero un mazzo di riserva. Per telefono mia cugina mi disse che non pensava ci fossero ma di passare comunque perché al limite avrei potuto aspettare lì il ritorno dei miei genitori.
All'epoca avevo 16 anni e mia cugina 19. Avevo sempre avuto un debole per lei e più di una volta, quando d'estate era capitato di passare qualche giorno tutti insieme al mare, mi ero segato pensando alle sue gambe e al suo sedere.
Suonato il campanello, dovetti attendere quasi un minuto prima che Ilaria venisse ad aprirmi. Vidi che indossava dei pantaloncini ricavati da una tuta di cotone e una canottiera sotto alla quale, apparentemente non aveva altro.
"Scusami ero in bagno" mi disse stampandomi un bacio sulla guancia.
"Scusami tu se piombo così all'improvviso" le dissi mentre poggiavo nell'ingresso la borsa con le mie cose.
Ilaria mi spiegò che era da sola perché i miei zii erano fuori per il fine settimana e lei era rimasta a casa per preparare il suo primo esame all'Università.
Mi sentii ancora più in colpa per quella visita inaspettata. Ilaria mi ripeté di non preoccuparmi e di sedermi sul divano mentre andava a preparare un tè.
Dopo qualche minuto, passato a sfogliare una rivista, la vidi tornare con un vassoio.
"Bevo questo e poi torno di là a studiare" disse porgendomi una tazza piena di tè fumante.
"Tu se vuoi guarda un po’ di tv" aggiunse.
Rimase con me il tempo di far freddare la bevanda e berla e poi scomparve di nuovo nella sua stanza.
Cominciai a premere i tasti del telecomando cercando qualcosa da vedere. Nonostante le centinaia di canali non riuscivo a trovare niente di interessante fino a quando, per sbaglio, premetti il tasto che apriva il menù delle registrazioni effettuate.
Con mio stupore vidi che il primo elemento della lista era un film dal nome abbastanza eloquente: "L'albero delle zoccole" genere: "Hot Club"
Con il sorriso sulle labbra pensai a mio zio che sicuramente era l'artefice di quella registrazione e quindi passai qualche istante a ragionare se farlo partire oppure no. Mi sembrò un'occasione troppo ghiotta e quindi, dopo aver impostato il volume a zero, decisi di avviarlo. Per sicurezza rimasi con il dito sul pulsante dello stop in maniera tale da poterlo fermare nel caso in cui mia cugina si fosse affacciata di nuovo nella stanza.
Il film non aveva praticamente storia ma effettivamente era pieno di zoccole.
Già dalle prime scene avevo sentito un movimento tra le gambe, ma la paura che Ilaria potesse tornare mi aveva fatto desistere dal toccarmi. La cosa però cominciava a farsi pesante e così, almeno per stare più comodo, mi ero abbassato sul divano con le gambe ben aperte a godermi una bionda che succhiava con trasporto il cazzo di un uomo di colore.
Mentre attendevo che il massaggio con le labbra terminasse con lo scontato finale ebbi un tuffo al cuore nel vedere mia cugina, ferma sulla porta della stanza, che mi osservava con un sorriso beffardo. Immediatamente premetti lo stop e mi tirai su sullo schienale, pensando che in ogni caso non potesse aver visto cosa stavo guardando, dal momento che la porta della stanza era dietro al televisore.
"Ti ho spaventato?" disse lei quasi ridendo
"No, no, figurati" feci io cercando di riprendere il controllo della situazione.
Avvicinandosi aggiunse "Ho deciso di fare una pausa, hai trovato qualcosa di interessante da vedere?"
“No... niente di che”, risposi mentendo spudoratamente.
Quando fu davanti al divano, alzando un braccio, Ilaria mi indicò la parete alle mie spalle. Voltandomi vidi, poggiato su un grande mobile di legno scuro, uno specchio che rifletteva le immagini della tv sintonizzata sul telegiornale. Sentii la mia faccia diventare rosso fuoco. Era chiaro che Ilaria aveva visto quello che stavo guardando e quindi si era goduta anche lo spettacolo delle mie bugie.
Ridendo si sedette accanto a me sul divano.
"Se vuoi continuare... fai pure" disse cercando il mio sguardo.
Mi sentivo paralizzato dalla vergogna. Mi accorsi anche che la mia erezione, fino a poco prima, prepotentemente presente, era scomparsa.
"Dai qui" disse prendendomi dalle mani il telecomando.
Mentre la fissavo incredulo, Ilaria fece partire nuovamente il film alzando contemporaneamente il volume e sistemandosi accanto a me.
Sentivo la testa girarmi. Stavo guardando insieme a mia cugina un film porno!
Quando l'uomo venne copiosamente nella bocca e sul seno della bionda, sentii l'erezione tornare ad alzarmi i pantaloni della tuta.
"Lo hai mai fatto?" chiese lei, senza togliere lo sguardo dallo schermo, con lo stesso tono con cui precedentemente mi aveva chiesto se nel tè volevo lo zucchero.
"No", dissi quasi sottovoce.
"Hai voglia di farlo?" chiese ancora, questa volta girandosi lentamente verso di me.
Ero pietrificato. Vedendo che non rispondevo, Ilaria girò nuovamente il viso verso lo schermo poggiando però nel frattempo la testa sulla mia spalla.
Nella scena successiva, una mora in calze a rete era impalata su un energumeno rasato.
Mentre io non osavo quasi respirare, sentii la mano di Ilaria posarsi sui miei pantaloni.
"Hai voglia di farlo o no?" chiese nuovamente.
Dopo qualche istante, con un filo di voce, risposi "Sì"
La mano prese a muoversi lentamente come a voler misurare le mie dimensioni. Poi, mentre con gli occhi guardava la tv, Ilaria la infilò nelle mie mutande.
"Cosa vuoi fare?" chiese mentre il suo pollice massaggiava la mia cappella e spargeva intorno il liquido che la bagnava.
L'eccitazione e la paura che provavo non mi permettevano di parlare.
Visto che non rispondevo, Ilaria estrasse la mano dai miei pantaloni e scese sulle mie gambe con il viso rivolto verso di me.
"Cosa...vuoi...fare?" ripeté facendo delle pause tra le parole
Presi coraggio ed allungai una mano per sentire il suo seno. Man mano che sentivo i capezzoli indurirsi, prendevo coraggio. Cominciai allora ad accarezzarle anche una gamba, stringendo di tanto in tanto la sua carne in preda all'eccitazione.
Ilaria aveva chiuso gli occhi per godersi quelle attenzioni.
"Continua" disse sempre ad occhi chiusi dopo essersi sfilata la canottiera ed aver allungato le braccia di fianco alla testa.
Quel seno che tante volte al mare avevo cercato di sbirciare sotto il costume adesso era a mia disposizione. Con entrambe le mani cominciai a massaggiarlo e a stuzzicare i capezzoli per vedere fino a che punto poteva sopportare il dolore.
Poi, con le dita, le accarezzai l'ascella su cui si vedevano i puntini dei peli che stavano ricrescendo dopo essere stati rasati. La pelle era bagnata e, avvicinando i polpastrelli al naso, sentii il profumo del deodorante che si mischiava con il suo odore.
Ilaria ogni tanto muoveva la schiena, come se un brivido l'attraversasse.
In preda all'eccitazione cominciai a toccarla tra le gambe al di sopra del pantaloncino.
Mentre con le dita massaggiavo il tessuto, nella stanza echeggiavano i gemiti della mora che saliva e scendeva sul bastone dell'uomo.
Quei suoni, se possibile, aggiungevano eccitazione a quella che già provavo per il corpo di Ilaria.
"Ti piace sentirla godere?" mi chiese facendomi mancare il fiato
“Sì”, risposi, questa volta senza doverci pensare
"Vuoi sentire come godo io?"
Al pensiero di sentire mia cugina gemere di piacere, il mio cazzo ebbe un sussulto e per un attimo pensai che stessi per rovinare tutto. Riuscii, non so come, a controllarmi e, mordendomi le labbra, le risposi "Certo che lo voglio".
Ilaria aprì gli occhi e mi sembrò bellissima. Il viso, solitamente pallido, ora era colorato dall'eccitazione, mentre gli occhi brillavano, come i miei, di desiderio.
"Vieni... andiamo sul letto" disse alzandosi.
Mentre la seguivo lungo il corridoio non riuscivo a credere a quello che stava succedendo.
Mano nella mano entrammo nella camera dei suoi genitori e ci sdraiammo uno accanto all'altro guardandoci negli occhi. Ilaria infilò nuovamente la mano nei miei pantaloni. Sentii le sue dita avvolgermi e tirare la pelle verso il basso in maniera da scoprirmi completamente. La sentii scendere ancora più in basso e coprire con la mano i testicoli.
Cominciammo a baciarci con passione. La sua lingua accarezzava la mia e sembrava fare gli stessi movimenti della mano nelle mie mutande. Staccatasi dalla mia bocca, Ilaria
mi fece segno dii sdraiarmi sulla schiena e quindi mi abbassò pantaloncini e mutande fino alle ginocchia. Quindi alzò la mia maglietta e poggiò il viso sul mio stomaco.
Potevo sentire il suo respiro sulla mia cappella. Lentamente cominciò a dare dei piccoli baci sulla pelle mentre la mano carezzava a volte le palle e a volte l'asta.
I baci cominciarono ad alternarsi a piccoli morsi e lentamente la bocca arrivò a sfiorare il mio sesso eretto. Sentii il calore della sua bocca avvolgerlo e la lingua accarezzare la fessura.
Per qualche minuto, con lentezza incredibile, continuò a leccare e succhiare la mia punta.
Poi quando ebbe la bocca libera, disse "Adesso tocca a te" e quindi si sdraiò accanto a me.
Imitando quello che lei aveva fatto a me, le abbassai i pantaloncini e le mutandine facendoli scivolare fino alle ginocchia.
Mi avvicinai a lei per guardare da vicino la peluria che le nascondeva l'apertura. Il colore era simile a quello ramato dei capelli, ma il liquido che bagnava i peli li faceva sembrare più scuri. Mentre proseguivo l'esplorazione, Ilaria mise le sue mani sui miei capelli e mi attirò a sé. Prima che arrivassi a contatto con il suo sesso percepii un odore che se possibile riuscii ad eccitarmi ancora di più. Poi, con la lingua, la assaggiai.
La sentii nuovamente tremare ma mi accorsi che i pantaloncini le impedivano di aprire come desiderava le gambe e godere pienamente delle mie carezze.
Li feci scivolare verso le caviglie e quindi li sfilai completamente facendo in modo che Ilaria potesse aprire davanti ai miei occhi le sue cosce. Due lembi di carne ora sporgevano verso l'esterno, lucidi come se fossero stati cosparsi di olio. Percorsi con un dito tutto il perimetro dell'apertura e quindi scesi a carezzare il suo buchino. Vidi la pelle del retto contrarsi sotto il tocco dei miei polpastrelli mentre il suo sesso si preparava all'amplesso.
Incoraggiato dai suoi sospiri, cominciai a toccarla con la punta della lingua. Procedevo con grande cautela come se mi stessi avventurando in un campo minato. Di nuovo le sue mani vennero in mio soccorso indicandomi le zone a cui dovevo dedicarmi. Con un dito cominciò a stuzzicare la carne posta dietro la parte superiore della sua fessura e contemporaneamente spostò verso l'alto le ginocchia in maniera tale che fosse più semplice per me darle piacere.
Mi unii con la lingua al suo massaggio e finalmente la sentii gemere. Ad ogni movimento della punta della mia lingua corrispondeva un movimento del suo stomaco che si contraeva o si rilassava.
Ad un certo punto Ilaria mi fece cenno di fermarmi. Quando la vidi tirarsi su, pensai che il divertimento fosse finito. In realtà lo aveva fatto per a prendere qualcosa nella sua stanza e nel giro di pochi istanti tornò da me.
"Mettiti seduto" mi ordinò
Eseguii cercando, non so per quale motivo, di schermare alla sua vista il mio membro eretto.
"Togli le mani" disse con lo stesso tono.
Mentre poggiato sui gomiti le mostravo il mio organo in tutto il suo splendore, Ilaria adagiò sulla punta un preservativo e lo fece scendere coprendomi fino alla base.
"Ecco" disse alla conclusione di questa operazione. Quindi tornò a sdraiarsi accanto a me mettendo nuovamente le gambe ben aperte.
"Adesso vieni sopra di me" disse con un tono più dolce.
Con una leggera sensazione di fastidio per quella costrizione, mi misi su di lei e ripresi a baciarla con passione. Fu un bacio pieno di saliva con la sua lingua impazzita ad inseguire la mia.
Sentii le sue mani toccarmi il sedere e tirarmi verso di lei.
Rimanemmo così per qualche istante, mentre il mio sesso eretto premeva contro il suo, separati solo dal sottile strato di gomma.
Nuovamente sentii una mano afferrarmi.
Assecondando con il bacino la traiettoria che mi suggeriva, percepii il calore della sua vagina. La sensazione crebbe sempre di più fino a quando non capii che ero dentro di lei.
Senza rendermene conto cominciai a muovermi mentre Ilaria iniziò nuovamente ad emettere lamenti di piacere.
"Ti piace?" riuscì a dirmi nell'orecchio mentre ansimava
“Sì”, risposi mentre cercavo di non esplodere.
"Ti piace scopare la tua cuginetta vero? Lo so che era da tanto che volevi farlo" disse con la
voce che veniva deformata dall'orgasmo.
“Sì”, sussurrai
"Dimmelo allora" mi ordinò per torturarmi.
"Sognavo di scopare la mia cuginetta" dissi, capitolando
Ormai in preda all'eccitazione, misi le mani alla base delle sue cosce e le tirai verso l'esterno in maniera tale da poterla penetrare più in profondità. Mentre continuavo a muovere il bacino, cercai di allontanare il viso per poter godere anche con gli occhi di quello che stava succedendo.
Ilaria, in preda al piacere, teneva le palpebre serrate, mentre la bocca si apriva e si richiudeva a seconda dei miei movimenti. Il gemito si stava trasformando in un piccolo grido che la faceva sembrare un animale in calore.
Forse sentendo i miei occhi addosso, Ilaria si girò verso di me e cercò il mio sguardo.
"Vienimi dentro" disse con gli occhi di un diavolo
Stringendola con ancora più forza cominciai a pomparla furiosamente fino a sentire la mia pelle umida sbattere ritmicamente contro la sua. Guardandola fissa negli occhi proseguii ancora per due o tre spinte fino a quando un orgasmo quasi doloroso mi fece irrigidire contro il suo corpo.
Sentii più fiotti riempire l'involucro trasparente mentre tremando ero ancora dentro di lei.
Lo sforzo dei muscoli era stato tale che sentivo il mio addome fare male come dopo una lunga sessione in palestra.
Dopo qualche istante lei disse "Adesso tieni la base del preservativo e tiralo fuori. Mi raccomando fai attenzione a non farlo togliere!"
Come uno scolaretto ubbidiente, feci quello che mi aveva detto e rotolai accanto a lei.
Come se tutto fosse un gioco, Ilaria si mise seduta e disse "Vediamo cosa hai combinato"
Tenendo la punta del preservativo tra pollice ed indice, sembrò valutare la quantità di sperma presente e quindi sorridendo disse "Ne avevi proprio bisogno vedo".
Pensai che la amavo.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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